C'era un chiesetta magnifica a S. Croce, sembrava ricavata da un enorme blocco di granito, una sorta di grande grotta, all'interno della quale avevano costruito una cappelletta. Spesso, alla sera durante l'estate, ci andavamo in compagnia, c'era un piazzale dove parcheggiare le macchine e giocare a pallone.
Una sera qualcuno tentò di scalare la roccia e posizionarsi in cima alla chiesetta, operazione non facile visto il terreno roccioso, scivoloso e ripido e la mancanza semi-totale di appoggi sicuri. Non si sa grazie a quale buona stella, A. ce la fece e questo risvegliò in noi ragazzi quel meraviglioso pericolosissimo processo mentale competitivo (tipico dei diciotenni) per cui "secel'hafattaluicelafacciopureio!".
E con non poche difficoltà M. salì, N. salì, A. salì, F. ce la fece, G. (prudenzio) non ci provò neppure e ci guardava affannarci, scuotendo la testa.
L'ultimo a salire fu L., che non volle togliersi neppure l'impermeabile! Ed alla fine...eccoli lì, tutti sul tetto del mondo, ridevano, scherzavano, orgogliosi della loro coraggiosa azione!
GIA'...ora bisognava scendere! Mentre si sale è diverso, se non ce la fai, lasci perdere! Ma una volta su, bisogna scendere per forza ! Qualcuno provò a scendere "al contrario", così com'era salito, non male come idea si evitavano un pò di vertigini, qualcuno si fece aiutare ci fu una lunga catena di soccorsi e tutti finalmente furono giù! Tranne L., che col suo impermeabile sorrideva sicuro! E decise di fare lo spavaldo fino in fondo, si buttò giù, come facesse un semplice salto, si, fece un semplice salto sulla roccia spigolosa e e l'impermeabile si sollevò in aria, sembrava Superman!
Peccato (e fu davvero peccato per le sue povere ossa) che L. avesse su degli splendidi mocassini, ma con la suola di cuoio ( sulla roccia non deve essere stato divertente atterrare !).
martedì 27 marzo 2007
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