martedì 29 gennaio 2008

Dedica con un filo di voce...



Vorrei incontrarti fuori i cancelli di una fabbrica,
vorrei incontrarti lungo le strade che portano in India,
vorrei incontrarti ma non so cosa farei:
forse di gioia io di colpo piangerei.
Vorrei trovarti mentre tu dormi in un mare d’erba
e poi portarti nella mia casa sulla scogliera,
mostrarti i ricordi di quello che io sono stato,
mostrarti la statua di quello che io sono adesso.

Vorrei conoscerti ma non so come chiamarti,
vorrei seguirti ma la gente ti sommerge:
io ti aspettavo quando di fuori pioveva,
e la mia stanza era piena di silenzio per te.

Vorrei incontrarti proprio sul punto di cadere,
tra mille volti il tuo riconoscerei,
canta la tua canzone, cantala per me:
forse un giorno io canterò per te.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma non pensavo mai che il guru amasse il buon vecchio Alan Sorrenti che la nonna di Arto amava moltissimo ai suoi tempi!!!! Le parole sono bellissime e forse so....a chi sono dedicate ?

Anonimo ha detto...

AO! Aripigliateveeee!!!!

lasettimaonda ha detto...

Sono davvero turbata...questa mattina mi sono svegliata ed avevo in testa questa canzone, che non sentivo da quando avevo 15 anni...telepatia? Non so, ma è incredibile...ciao Paolina e grazie, una bella emozione!

lasettimaonda ha detto...

Può darsi che tu abbia ragione, ma è proprio una strana coincidenza, anche perchè non è nè un cantante famosissimo nè tantomeno è famosa la canzone...io credo che ci sia una sorta di empatia...sarà qulcosa che siamo andate a "risvegliare", qualcosa di sepolto nei nostri cuori, in fondo in fondo, con la complicità di quando si è ragazzini...